Secondo gli ultimi dati raccolti, l’industria metalmeccanica in Italia è riuscita a riprendersi dopo la crisi legata all’emergenza sanitaria. La produzione rispetto ai dodici mesi è precedenti è cresciuta, ma il dato è comprensibile visto che molte aziende si erano dovute fermare per via del covid 19. Assieme al livello di produzione, cresce anche l’export con dei risultati di gran lunga superiori a quanto sperato.
Nuove tempeste all’orizzonte
Tuttavia, non è tutto rose e fiori perché sul settore, come anche sull’intero sistema economico, si stanno formando dei grossi nuvoloni grigi e minacciosi. Se all’inizio dell’anno si poteva ben sperare, la situazione geopolitica incresciosa ha portato nuova instabilità e sfide che erano tutt’altro che prevedibili. La produzione stava iniziando a riprendersi e tornare ai livelli pre crisi, quando è arrivata l’ennesima batosta, un fulmine a ciel sereno che nemmeno i più esperti erano stati in grado di prevedere. Il settore metalmeccanico dove si usano macchinari quali la vasca lavaggio pezzi si stava per rialzare quando è arrivato il ritorno di fiamma della crisi.
I prezzi in impennata
Prezzi delle commodieties impennati, difficoltà di reperimento delle materie prime, inflazione schizzata alle stelle: una tempesta perfetta che ha messo sull’orlo del baratro anche le imprese più solide. La cautela è quindi d’obbligo soprattutto dopo l’ennesimo annuncio della crescita del costo del denaro. Infatti, la Banca Centrale Europea sarà nuovamente costretta a mettere mano ai tassi di interesse, al rialzo, proprio per fronteggiare la crisi e mettere freno all’inflazione che non toccava questi livelli da decenni.
Il ruolo dell’export
A contribuire al rallentamento di quello che poteva esser un bel trend positivo, ci sono soprattutto i prezzi delle materie prime. Non si tratta solo di gas ed energia, ma anche di materiali come metalli, carta e legno. Per ora il sistema Italia sembra tenere, seppure con qualche aiuto statale qua e là che fa da stampella. A tenere alta la bandiera italiana ci pensa soprattutto l’export, europeo ed extraeuropeo, mente il mercato interne cresce poco, anzi staziona proprio.